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Leggenda di Kiev sulle ossa di S. Nicola

in La leggenda di Kiev – La traslazione delle reliquie di S. Nicola nel racconto di un annalista russo contemporaneo, a cura di G. Cioffari, Bari 1980, pp. 89-127


Nell’anno 1088... avendo gli Ismaeliti, per decreto divino e disegno dell'Altissimo, invaso il territorio greco al di là del mare... tutti gli uomini che si trovavano colà trucidarono, le donne e i bambini li ridussero in schiavitù, e le loro case diedero in preda alle fiamme; spogliarono poi chiese e monasteri, e le loro città presero sotto il proprio dominio.

Saccheggiarono allora anche la Licia, ove riposava il corpo di S. Nicola, corpo prezioso, corpo degno di ogni venerazione, corpo che operava prodigi meravigliosi e gloriosissimi.

(...) Nostro Signore Gesù Cristo non poteva, però, sopportare che il suo servo fedele giacesse con i suoi resti mortali in un luogo desolato dove non avrebbe potuto essere glorificato da nessuno. (...)

C’era in quei giorni nella città di Bari, nel territorio tedesco, un sacerdote devoto, amante di Cristo e giusto. A lui apparve San Nicola: «Vai a dire agli uomini e a tutto il consesso ecclesiastico che vadano a prendermi dalla città di Myra e che mi pongano qui. Non posso, infatti, restare in quel luogo desolato, avendo Dio così permesso». Ciò detto, si allontanò.

Giunta l'alba, appena alzatosi, il sacer­dote mise al corrente tutti gli uomini dell'avvenuta apparizione da parte di San Nicola. (...) E così, lì stesso, desi­gnarono degli uomini stimati e timorati di Dio, affinché, con tre navi, andassero a prendere il Santo. Questi, pertanto, avendo fatto un carico di frumento, fa­cendo credere di andare per una mis­sione commerciale, salparono.Giunsero ad Antiochia. E, dopo aver venduto il frumento e tutta la mercan­zia, comprarono ciò che era conveniente per loro. Avendo poi i Baresi ricevuto notizia che i Veneziani che si trovavano lì avevano intenzione di andare prima di loro a prendere le reliquie di S. Ni­cola, si affrettarono e partirono senza ulteriori indugi; giunsero a Myra, nella Licia, e attraccarono al molo della città. Tenuto quindi un consiglio, e prese le armi, entrarono nella chiesa di S. Nico­la. Qui trovarono quattro monaci, ai quali chiesero ove fosse S. Nicola e (quelli) mostrarono loro la tomba ove giaceva S. Nicola.

Essi, quindi, dopo aver scavato il pavi­mento della chiesa, trovarono l'urna pie­na di manna. Versarono la manna in degli otri, presero le sue reliquie come pure l'urna in cui erano state le reliquie di S. Nicola e le portarono sulle loro navi.

E ripresero il mare, avendo lasciato due monaci a Myra, mentre gli altri due ac­compagnarono le reliquie di San Nicola. E puntarono verso Bari, dall'altra parte del mare. Partirono dalla città di Myra nel mese di aprile, il giorno 11. Arri­varono nella città di Bari il mese di maggio, il giorno 9, di domenica verso l'ora del vespro. Videro i Baresi che stavano arrivando con le reliquie di S. Nicola da Myra, e tutti i cittadini usci­rono per andargli incontro, uomini e donne, dai piccini ai grandi, con candele e incensieri, e le accolsero con gioia e onore grande; e le posero nella chiesa di S. Giovanni il Precursore presso il mare. (...) Molti doni portavano al San­to, oro, argento, stoffe preziose. I citta­dini avevano visto infatti i suoi miracoli gloriosissimi, ed esultavano di gioia as­sai grande. E gli costruirono una chiesa meravigliosa, che è grande e bella, de­dicata al nome del santo uomo di Dio e padre Nicola. E gli batterono un'urna d'argento e d’oro.

A1 terzo anno della sua traslazione da Myra inviarono un’ambasceria al papa di Roma, Germano, che lo invitasse a venire con i suoi vescovi, e con tutto il suo seguito ecclesiastico, per operare il trasferimento delle reliquie di San Ni­cola. Vennero, infatti. Presero le reli­quie di S. Nicola e le riposero nell’urna d’argento. E, avendole prese, i vescovi coi loro dignitari le trasferirono nella sua nuova e grande chiesa. E le posero nell’altare in un luogo nascosto, il mese di maggio, il giorno 9. Trasferirono anche l'antico sarcofago nel quale era stato trasportato da Myra e lo misero nella chiesa. Misero esposto un osso della sua mano (preso) dalle reliquie. E una gran moltitudine di po­polo veniva a venerare e a baciare le reliquie e l’urna.

Quel giorno, il papa di Roma, Germano, i vescovi e tutti i cittadini istituirono una grande festa in onore del Santo, che ripetono (annualmente) sino al gior­no d’oggi. Mangiarono, bevvero e fecero festa in quei giorni, e molti doni fecero ai poveri.

E così tornarono in pace alle loro case, glorificando e lodando Dio, e il santo uomo di Dio Nicola; serva fedele e ve­scovo di Cristo.

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