Federico II e san Francesco
Lo stralcio sotto riportato è tratto da una delle opere fondamentali del Beatillo, Historia di Bari principal città della Puglia, Napoli 1637, pp. 123-124, storico barese vissuto fra il 1570 e il 1642. La storia narrata fa riferimento ad una leggenda relativa all’incontro che sarebbe avvenuto a Bari fra due grandi personalità della prima metà del XIII secolo, l’Imperatore Federico II e San Francesco d’Assisi.
Dove (s’intende a Bari) essendo venuto, intorno à questi tempi, l’Imperador Federico, vi fu anche il glorioso Confessor di Christo San Francesco d’Assisi, e gli accaderono, ma in differenti tempi, due cose molto stupende. La prima, che havendo il Santo fatta una predica in presenza di molti Signori della Corte intorno alla gravezza de’ peccati sensuali, fu da un di essi riferito il tutto all’mperadore, il quale, ò perchè non desse credito alla santità di Francesco, ò perché tenesse per impossibile il vivere castamente, ò per altro che fosse, rispose così: questi predicatori dicono, e non fanno; perciò vorrei vedere, se fosse questa notte tentato egli da qualche dama, se le desse, ò no, il consenso. Subito ripigliò un Cavaliere di quei, che l’udirono; Signore, io ne farò fare questa notte l’esperienza, e poi saprò à dire à Vostra Maestà ogni cosa.
Partitosi dunque costui dal Prencipe, invitò à cena Francesco, il quale, andatovi, fu, dopo il mangiare, dall’invitante menato in una stanza, pur del Castello reale, dov’era un bel letto, e, per la stagione dell’inverno rigido, e freddo, un fuoco ancor grande, che havesse bastato à tener calda la stanza tutta la notte. Dopo questo, condusse là il medesimo con segnalate offerte una giovane dishonesta, e lasciò fuori, vicino all’uscio, alcuni huomini, che spiassero accortamente, per vedere il successo. Entra la donna, tenta il Santo, e mostrando questo di.voler consentire, con un ferro, ch’era al camino, slarga, e stende per tutto il mattonato della camera quella braggia, e distesosi sopra di essa, (come tanti anni prima havea fatto ancor San Guglielmo da Monte Vergine) invita la cattivella à colcarvisi. Ma, vedendolo quella star quivi lieto, e senza offesa veruna, grida forte, battendosi il petto; e piangendo amaramente, cerca al servo di Dio perdono dell’error suo. Uscita poscia di là, corre con quei spioni, che s’erano avveduti del tutto, dal suo conduttiero e, narratogli, quanto era occorso, cosi ella, come gli altri della Corte, & il medesimo l’ìmperadore, chieggóno à Francesco misericordia del commesso fallo, e ‘l tengono per l’avvenire in concetto maggiore.
Stà ciò registrato nelle Croniche de’ Frati Minori, e, Città di Puglia, senza nominar Bari, l’havemo noi con tutto questo affermato, sì per la traditione, che ci è del successo in Bari solamente, e non in altro luogo della Puglia, come altresì per trovarsi dentro il regio Castello di Bari una Cappelletta dedicata à San Francesco, à memoria del già narrato miracolo.